Il Tirreno
di Antonello Carucoli
SOVANA

6 Marzo 2013

Tombe di Sovana, via agli interventi

Via agli interventi dopo i danni subito al parco archeologico di Sovana dall'alluvione di Novembre

Gli eventi meteorici del novembre 2012 hanno apportato danni considerevoli al ricco patrimonio archeologico grossetano, in particolar modo alle necropoli rupestri di Sovana e Pitigliano.
La pronta attivazione dell'unità di crisi regionale ha consentito un immediato rilevamento danni e le prime valutazioni in merito alla messa in sicurezza dei beni danneggiati; in questo contesto la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana attingendo a fondi residui della propria programmazione ordinaria, interverrà - in sinergia con il Comune di Pitigliano - per affrontare il delicato problema conservativo della tombe ipogee della necropoli riempite da acqua e detriti, nello specifico per risanare i problemi conservativi di una pregevole tomba dipinta in località San Giovanni, all'interno del parco archeologico A. Manzi.
Nel 2003 durante lavori finalizzati alla realizzazione del parco la ripulitura del costone tufaceo nella località suddetta, ha riportato alla luce una vera e propria strada scavata nel tufo sulla quale sono ben visibili i solchi lasciati dalle ruote dei carri.
Ai lati della strada si dispongono tombe a cassone di età ellenistica (IV-III sec. a.C.) e, appena arretrate rispetto ad essa, le sepolture arcaiche (fine VI sec. a.C.) scavate nella roccia e caratterizzate da un breve corridoio di accesso in pendenza, un vestibolo a cielo aperto e una camera ipogea.
Un unicum rappresenta ad oggi una delle tombe con tre porte di accesso alla camera, una delle quali finta e la centrale arricchita da una cornice sagomata a incorniciare l'apertura.
All'interno sono presenti tre banchine laterali per le deposizioni, un soffitto scolpito ad altorilievo a riprodurre la travatura lignea e una cornice, pure rilevata, a sottolineare la porzione sommitale delle pareti. Travi e cornici sono decorati da una fascia di colore rosso sopravvissuta a 2500 anni di storia, a vivacizzare quella che doveva essere l'ultima dimora della famiglia etrusca, fedele riproduzione probabilmente degli ambienti usati per civile abitazione. L'allagamento della sepoltura e la massa di detriti accumulatasi all'interno nel corso dell'alluvione dello scorso novembre rischiano ora di danneggiare irrimediabilmente la superficie pittorica.
E' necessario pertanto intervenire con la rimozione di acqua e fango, la pulitura meccanica delle pareti, il consolidamento della pittura. "Un intervento di tutela improcrastinabile ed urgente che potrà trasformarsi anche in un occasione di conoscenza - spiega il Soprintendente Andrea Pessina - dal momento che la tomba fu rinvenuta manomessa, con il recupero di numerosi frammenti di vasi attici a figure nere e bucchero.
Il vaglio del terreno all'interno della camera potrebbe portare al rinvenimento di ulteriore materiale, così come il movimento terra all'esterno e al disopra della sepoltura consentire nuove scoperte.
Si tratta solo di uno degli interventi previsti a breve termine nei territori di Sovana e Pitigliano che consentiranno la riapertura dei Parchi Archeologici delle due città del tufo e che vedono coinvolti, nella ricerca di risorse finanziarie e nella progettazione e realizzazione dei lavori,il ministero, la Regione, la Provincia e i Comuni interessati.
Si spera inoltre di poter a breve ottenere fondi straordinari dal Ministero per i Beni e le attività Culturali in modo da poter intervenire immediatamente".